Le previsioni per domenica 4 maggio dicono che sarà una bellissima giornata in tutta l'Europa occidentale e così, dopo qualche tentennamento, la decisione
con Massimo è presa: che levataccia sia, direzione Tours d’Areu, valle dell’Arve.
Ma stavolta il destino non ci è amico…superato il Monte
Bianco, insieme a Beppe e Pietro che abbiamo agganciato a Courmayeur, notiamo
una sola strisce di nuvole che copre un’unica parete in tutta la
Valle dell’Arve: indovinate quale? Esatto, proprio le Tours d’Areu. Ma noi siamo ottimisti e ci
diciamo che sicuramente, con il calore della giornata, quelle nubi spariranno e scaleremo in
maglietta sul magnifico calcare delle Torri…
Iniziamo quindi l’avvicinamento tra le nebbie dell’alpeggio
di Doran continuando a dirci “Tra poco si apre”, frase che è il leitmotiv di
tutta la giornata…peccato che mai previsione fu meno azzeccata, e il sole,
proprio dietro a quello strato di nuvole, non si sia praticamente mai visto.
E così la via scelta da me e Massimo, Copacabana, sulla
carta facile e corta (6tiri, 6b max) si rivela molto più impegnativa del previsto,
principalmente per il freddo pungente che non ci abbandona mai, se non,
ovviamente, al momento di buttare le doppie. Gli spalmi del terzo e del quinto
tiro, con una chiodatura non proprio ascellare e una tremarella da malati di
Parkinson dovuta al freddo, non mi sono sembrati affatto banali. Neppure Beppe
e Pietro sulla vicina Melousine (un cran au dessus come direbbero i francesi)
passeggiano, ma alla fine arriviamo all’ultima sosta praticamente in
contemporanea, felici di scendere ma anche soddisfatti per essercela cavata fino alla fine anche con questo dannato freddo…
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Pietro sul primo tiro di Melousine |
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Ambiente freddino dalla prima sosta di Copacabana |
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Fine delle calata, sole e la bellissima pancia della Quinta Torre su cui corre Aguirre |
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Le Torri al rientro a Doran |