A metà febbraio
trascorro un week end in Italia: il sabato è dedicato alla roccia finalese, mentre
la domenica, con qualche esitazione, decido di tornare ad una vecchia passione,
che da tempo non rispolveravo: lo scialpinismo. Credo che l’ultima volta in cui
ho messo le pelli sia stato per salire al Malamot da solo in una calda domenica
di marzo di 5 o 6 anni fa. Poi, complice il lavoro, la passione travolgente per
la roccia e le varie location di residenza non proprio comode per lo sci, non
avevo mai più messo gli assi ai piedi. Proprio due domeniche fa, dopo il sabato
scalatorio, con Massimo e Luisa ci torno allo scialpinismo con una
classicissima Rocca La Marchisa, tipica gita del vallone di Bellino che mi
mancava anche dal mio periodo universitario da 30 o 40 gite all’anno. La
bellissima giornata, la piacevolezza di essere in montagna in una giornata dal
clima perfetto e la compagnia degli amici mi fanno ricordare quanto lo
scialpinismo sia effettivamente il modo più piacevole, rilassato e divertente
di frequentare i monti.
Tornato a Luxembourg la motivazione è alta, peccato solo che le montagne,
quelle con pendii veri da sci, non distino da Lux quanto la Val Varaita dista
da Torino… I Vosgi, montagne meno che appenniniche a due ora da qui, sono
in condizioni primaverili, le alture
della Foresta Nera, a 3 ore, hanno solo qualche chiazza di neve... bene, la
motivazione c’è…basta applicarsi, in fondo le Alpi svizzere non sono poi così
distanti! E così il sabato alle 2 di mattina, quando ancora le strade di
Luxembourg sono animate dai festaioli del venerdì sera, io e Carole siamo in
auto direzione Furkapass dove a quanto pare le nevicate della settimana appena
terminata hanno depositato 40 centimetri di farina fresca. Dopo un ordinario
pisolino in auto nel parcheggio dell’autogrill di Altdorf seguito da una economicissima
colazione svizzera alle 8 siamo a Realp, punto di partenza della maggior parte
degli itinerari di questa zona. Per fortuna la massa si dirige verso il classico
e più vicino Stitzinger Firsten, mentre noi, seppure in nutrita compagnia, ci
allontaniamo un po’ di più per salile fino al Talligrat, un’aerea e ampia
cresta bellissimo balcone sulle Alpi Uraniche. La discesa per almeno 2/3 è da
sogno: farina leggera su fondo duro e nonostante i già numerosi passaggi è
molto facile trovare ampi spazi ancora del tutto intonsi. Effettuiamo il
rientro all’auto passando per il sentiero estivo (attenzione, i pendii
sovrastanti devono avere già scaricato, altrimenti molto meglio salire e
scendere dal più sicuro itinerario invernale).
Il giorno successivo, dopo attenta consultazione della guida, optiamo per una
zona misconosciuta, la Riederstaldental, valletta laterale che si diparte dall’abitato
di Sisikon, sul lago di Lucerna.
Dal microscopico abitato di Chapelliberg parte una mini-funivia d’altri tempi
che in pochi minuti conduce al pianoro di Spilau ed al rifugio Lidernenhutte.
Quest’oggi meno di 1000 metri di dislivello ci conducono in cima al Rossstock,
cima centrale della zona con vista dal Cervino alle montagna della Foresta Nera
(sì proprio quelle abbastanza vicine a Luxembourg. Siamo infatti alla “fine”
delle Alpi e in direzione nord, poco oltre la nostra cime vediamo le montagne
cessare bruscamente per lasciare spazio ai grandi pianori mitteleuropei. Dopo
un’altra magnifica discesa con vista lago, questa volta su firn primaverile,
non ci resta che goderci i 20 gradi di un dehors sul lago a Brunnen prima di
ripartire alla vota di casa, dove arriveremo comodamente per le 20.30.
Ed ecco dimostrato come, con un pizzico di motivazione, anche dal lontano
Luxembourg è possibile godersi due giorni di scialpinismo top; come sempre,
basta avere un po’ di voglia J.
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Sui pianori subito sopra Realp, salendo al Talligrat |
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La facile dorsale che conduce in vetta |
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Bella montagna dalla cima del Talligrat (peccato non sapere cosa sia) |
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Vista sulla pianura europea salendo al Rossstock |
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La crestina che conduce in cima al Rossstock |
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Dalla cima |
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Discesa con vista lago |