Un misero scalatore occidentale con in saccoccia qualche
scalata fra Monte Bianco e Gran Paradiso crede di avere ormai assaporato il miglior granito delle Alpi.
Forse solo Mello e Qualido potranno riservare qualche sorpresa, chissà…anche se
dopo i Knob del Gran Capucin le aspettative sono davvero molto alte.
Poi c’è la Corsica, di cui tutti parlano bene…ma i
piemontesi, si sa, sono sempre un po’ prevenuti e gelosi delle proprie perle e,
in cuor loro, sempre dubitosi di trovare qualcosa che possa superarle.
Con questo pensiero ci avviciniamo alla Corsica alla fine di
un aprile iniziato con temperature quasi estive ma che rapidamente si è
guastato con una serie di giornate piovose e con temperature decisamente più
primaverili.
Dopo una nottata di traversata di un mar Ligure alquanto
nervoso, il menu prevede, se tutto va bene, 4 giorni di vie in Bavella, già
pregustate sulle bellissime foto ampiamente disponibili in rete, sulla guide
del local per antonomasia, Jean Paul Quilici, e sull’enciclopedia delle pareti
più belle del mondo a firma Petit-Bodet.
Senza soffermarsi troppo su tecnicismi, gradi e relazioni
delle vie (facilmente repribili), siamo rimasti tutti entusiasti dall’incredibile
qualità della roccia e della scalata.
Di Jeef, alla punta U Corbu, si è ormai detto tutto e la via merita sicuramente la fama che ha: una successione di 6 tiri uno più bello dell’altro, con chiodatura mai severa e valutazioni più che oneste. Certo, pensare al passo della conca del sesto tiro con la chiodatura originaria fa pensare…ma è inutile pensare al passato, oggi un bello spit a centro conca fa pensare esclusivamente a passare in libera ed un’eventuale caduta si arresterebbe pochi centimetri sotto. Non aggiungo nulla se non l’invito ad andare e a ripeterla. Oltre ai rinvii portare solo 3 friend medi, nulla di più.
Di Jeef, alla punta U Corbu, si è ormai detto tutto e la via merita sicuramente la fama che ha: una successione di 6 tiri uno più bello dell’altro, con chiodatura mai severa e valutazioni più che oneste. Certo, pensare al passo della conca del sesto tiro con la chiodatura originaria fa pensare…ma è inutile pensare al passato, oggi un bello spit a centro conca fa pensare esclusivamente a passare in libera ed un’eventuale caduta si arresterebbe pochi centimetri sotto. Non aggiungo nulla se non l’invito ad andare e a ripeterla. Oltre ai rinvii portare solo 3 friend medi, nulla di più.
Jeef, L1 |
Dos de l'elephant, L2 |
![]() |
Jeef, IL tiro, grazie a Klaus che ha scattato a due comuni mortali e brava Barbara per la libera di Delicatessen |
Più recente, Esperanza alla punta Rossa rappresenta, come la
definisce Sacha, la “madre di tutte le tafonate”. Dopo due tiri ordinari di 6a
parte una delle scalate più incredibili che si possano pensare. Si arrampica su
un granito ad onde, orecchie giganti, conche e buchi che credo esistano solo
qui. Guardare queste forme da lontano non fa pensare alla pietra, ma alla
carta-roccia usata per il presepe. Eppure prese, fessure e concrezioni non
mancano per un divertimento allo stato puro. Non abbiamo salito l’ultimo tiro,
a detta di molti il più bello…non so immaginare, visti quelli sotto, cosa possa
essere!
Per raggiungerla è comodo percorrere una delle via sull’avancorpo sottostante, effettuando una breve doppia una volta giunti sulla sommità di quest’ultimo e camminando una ventina di minuti nel fra arbusti e piccoli salti di roccia. Anche in questo caso qualche friend medio è più che sufficiente.
Per raggiungerla è comodo percorrere una delle via sull’avancorpo sottostante, effettuando una breve doppia una volta giunti sulla sommità di quest’ultimo e camminando una ventina di minuti nel fra arbusti e piccoli salti di roccia. Anche in questo caso qualche friend medio è più che sufficiente.
Esperanza... |
Tipico gesto da via granitica... |
Qualche parola in più per la Punta Lunarda e per Nirvana che
abbiamo salito il terzo giorno. Prima di parlare della via parliamo dell’avvicinamento.
Con la sola guida di Quilici è impossibile non perdersi; qualche informazione
in più sulla guida “Grande Voie de Corse”, ma anche qui l’ora e 45 indicata come
necessaria può forse andare bene per qualcuno che alla Lunarda è già stato
almeno 2-3 volte e che per di più sia in un buon stato di forma aerobica…
Scriveteci se volete qualche dritta da comune mortale; noi ci abbiamo messo 3
ore abbondanti.
Nirvana alla Punta Lunarda è una via rude, fisica ma non nel senso comunemente inteso oggi; è una via che impegna tutto il corpo, le ginocchia, la schiena, i gomiti… 3 tiri di quello che i francesi chiamano “Renfougne” e che molto più semplicemente chiamerei incastri/attorcigliamenti/spallate/schienate granitiche. Sicuramente da amanti del genere… Una bellissima fessura di mano al quarto tiro (spittata più che bene) interrompe un po’ la fatica del renfougne. Anche in questo caso ultimo tiro non salito per noi; questione di evitare il buio, che molto probabilmente avrebbe significato bivacco inatteso, in un rientro delicato almeno quanto la salita.
Nirvana alla Punta Lunarda è una via rude, fisica ma non nel senso comunemente inteso oggi; è una via che impegna tutto il corpo, le ginocchia, la schiena, i gomiti… 3 tiri di quello che i francesi chiamano “Renfougne” e che molto più semplicemente chiamerei incastri/attorcigliamenti/spallate/schienate granitiche. Sicuramente da amanti del genere… Una bellissima fessura di mano al quarto tiro (spittata più che bene) interrompe un po’ la fatica del renfougne. Anche in questo caso ultimo tiro non salito per noi; questione di evitare il buio, che molto probabilmente avrebbe significato bivacco inatteso, in un rientro delicato almeno quanto la salita.
La sagoma inconfondibile di Punta Lunarda |
Preparativi salvapelle |
Nirvana, L1, Renfougne... |
Nirvana, L3, Renfougne |
Nirvana, L4, incastro di mano molto bello |
Quarto giorno di inattività per qualche imprevisto al team
di climber…per fortuna nulla di grave.
Luogo sicuramente suggestivo la Lunarda, così come tutti
quelli visti in questi rapidi giorni. Unico consiglio è di prepararsi gli
avvicinamenti altrettanto bene rispetto alle vie, pena dilatamento eccessivo
dei tempi di approccio e corse sulle vie per evitare i tiri.
E non voglio immaginare cosa possano essere gli
avvicinamenti a pareti meno battute rispetto a quelle che abbiamo visitato noi…penso
ad esempio alla parete di U Specchiu, con la sua Diretta Casanova, una buona
ragione per tornare…
Nessun commento:
Posta un commento