Dopo un agosto in cui la meteo non ha consentito grandi
scorrazzamenti arriva un settembre decisamente più stabile e così, con Massimo
e Luisa, decidiamo di fare visita a queste due belle (ma freddine) pareti che
circondano il Plan de l’Aiguille. L’Eau Rance d’Arabie, al Pilier Rouge
dell’Aiguille de Blaitiere, è una bella via di difficoltà non eccessiva che
collega molte fessure e qualche placca (spittata). Il primo tiro a freddo non è
banale, ma la chiodatura permette di mantenere la serenità. Dopo è un
susseguirsi di fessure sempre molto estetiche ed ottimamente proteggibili.
L’ultimo tiro, un tempo un po’ temuto a causa di una larga fessura non
proteggibile se non con friend grandi, è oggi addomesticato da un solido spit.
Spendo invece qualche parola in più per la via del secondo
giorno, sempre a firma Piola, sull’Aiguille du Peigne. Abbiamo salito Le
Ticket, le Carrè, le Rond et la Lune. Credo proprio che Piola e amici nei primi
anni ’80 avessero raggiunto un livello davvero mostruoso sulle placche… Questa
via, dai gradi apparentemente modesti (molti 6a e 6b) si è rivelata molto più
impegnativa di quanto scritto sulla carta. Sarà stato il freddo (parete in
ombra tutta la mattina), sarà stato lo stile di scalata a cui ormai siamo poco
abituati e sicuramente sarà stata la
chiodatura tutt’altro che ravvicinata, fatto sta che su questa via in alcuni
punti è veramente vietato abbassare la guardia, pena rotolate sulle placche
anche moooooolto lunghe. Occhio in particolare al sesto tiro, dove si risale
una specie di diedrino superficiale del tutto improteggibile con lo spit
precedente parecchi metri sotto i piedi. Utilissimi friend piccoli e
microfriend per proteggere le poche fessure presenti.
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Su L1, non proprio una passeggiata a freddo |
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Partenza di L3 |
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Massimo sul bellissimo L6 |
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Ancora L6 |
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Massimo sulla larga fessura dell'ultimo tiro |
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