Pur sapendo che
molti la pensano diversamente, ammetto di non essere mai stato un fan
particolare delle pareti calcaree dei Cerces. Alle varie Tete d’Aval, Tour Termier,
Querellyin ed altre pareti della zona manca sempre quel qualcosa per renderle
pareti realmente top. Questa volta, insieme ad Elvio, decidiamo di andare a
vedere un poco conosciuto (almeno per noi), Bec de l’Aigle, recensito sul libro
del calcarista viziato di nome Mussatto.
Un avvicinamento in auto non brevissimo (contare 45’ dal Galibier) ne compensa
uno a piedi che invece è da veri falesisti (15’ max) e che ti deposita alla
base della parete. La grande classica pare essere questa Princesse du Feu,
credo una delle poche creazioni del fuoriclasse che non presenti una sfilza
monotona di 7 e di 8… e che il buon
Mussatto non abbia molta confidenza con i gradi dei comuni mortali lo si
capisce dal primo tiro, leggermente enigmatico come 6b+… ma d’altronde stiamo
parlando di un marziano che credo non percepisca alcuna differenza fra un 7b e un 6a+.
Considerazioni banali e ripetitive sui gradi a parte, la via è un gioiellino:
non un tiro che non sia notevole, non un metro di roccia non perfetta. Menzione
d’onore per L5, dove l’apritore è riuscito a tirare fuori un tiro di 6b+ (che
monotonia questi 6b+) su un muro degno di stupefacenti linee da pianeta 8…
Consigliatissima, così come le vicine, all’apparenza altrettanto belle e anche “un
cran au dessus” (o anche due) in termini di difficoltà…
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Il bucolico pianoro alla base della parete, con tanto di auto lussemburghese... |
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Il bucolico pianoro alla base della parete, con tanto di genvoese
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L3 |
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Elvio all'attacco del monumentale muro di L6 (6b+) |
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Sempre su L6 |
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Uscita di L6 |
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Discesa in ambiente quasi alpinistico... |
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L'uomo sul mare di nebbia |
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