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domenica 19 marzo 2017

Scialpinismo nelle Alpi Uraniche (Talligrat e Rossstock)


A metà febbraio trascorro un week end in Italia: il sabato è dedicato alla roccia finalese, mentre la domenica, con qualche esitazione, decido di tornare ad una vecchia passione, che da tempo non rispolveravo: lo scialpinismo. Credo che l’ultima volta in cui ho messo le pelli sia stato per salire al Malamot da solo in una calda domenica di marzo di 5 o 6 anni fa. Poi, complice il lavoro, la passione travolgente per la roccia e le varie location di residenza non proprio comode per lo sci, non avevo mai più messo gli assi ai piedi. Proprio due domeniche fa, dopo il sabato scalatorio, con Massimo e Luisa ci torno allo scialpinismo con una classicissima Rocca La Marchisa, tipica gita del vallone di Bellino che mi mancava anche dal mio periodo universitario da 30 o 40 gite all’anno. La bellissima giornata, la piacevolezza di essere in montagna in una giornata dal clima perfetto e la compagnia degli amici mi fanno ricordare quanto lo scialpinismo sia effettivamente il modo più piacevole, rilassato e divertente di frequentare i monti.
Tornato a Luxembourg la motivazione è alta, peccato solo che le montagne, quelle con pendii veri da sci, non distino da Lux quanto la Val Varaita dista da Torino… I Vosgi, montagne meno che appenniniche a due ora da qui, sono in  condizioni primaverili, le alture della Foresta Nera, a 3 ore, hanno solo qualche chiazza di neve... bene, la motivazione c’è…basta applicarsi, in fondo le Alpi svizzere non sono poi così distanti! E così il sabato alle 2 di mattina, quando ancora le strade di Luxembourg sono animate dai festaioli del venerdì sera, io e Carole siamo in auto direzione Furkapass dove a quanto pare le nevicate della settimana appena terminata hanno depositato 40 centimetri di farina fresca. Dopo un ordinario pisolino in auto nel parcheggio dell’autogrill di Altdorf seguito da una economicissima colazione svizzera alle 8 siamo a Realp, punto di partenza della maggior parte degli itinerari di questa zona. Per fortuna la massa si dirige verso il classico e più vicino Stitzinger Firsten, mentre noi, seppure in nutrita compagnia, ci allontaniamo un po’ di più per salile fino al Talligrat, un’aerea e ampia cresta bellissimo balcone sulle Alpi Uraniche. La discesa per almeno 2/3 è da sogno: farina leggera su fondo duro e nonostante i già numerosi passaggi è molto facile trovare ampi spazi ancora del tutto intonsi. Effettuiamo il rientro all’auto passando per il sentiero estivo (attenzione, i pendii sovrastanti devono avere già scaricato, altrimenti molto meglio salire e scendere dal più sicuro itinerario invernale).
Il giorno successivo, dopo attenta consultazione della guida, optiamo per una zona misconosciuta, la Riederstaldental, valletta laterale che si diparte dall’abitato di Sisikon, sul lago di Lucerna.
Dal microscopico abitato di Chapelliberg parte una mini-funivia d’altri tempi che in pochi minuti conduce al pianoro di Spilau ed al rifugio Lidernenhutte. Quest’oggi meno di 1000 metri di dislivello ci conducono in cima al Rossstock, cima centrale della zona con vista dal Cervino alle montagna della Foresta Nera (sì proprio quelle abbastanza vicine a Luxembourg. Siamo infatti alla “fine” delle Alpi e in direzione nord, poco oltre la nostra cime vediamo le montagne cessare bruscamente per lasciare spazio ai grandi pianori mitteleuropei. Dopo un’altra magnifica discesa con vista lago, questa volta su firn primaverile, non ci resta che goderci i 20 gradi di un dehors sul lago a Brunnen prima di ripartire alla vota di casa, dove arriveremo comodamente per le 20.30.
Ed ecco dimostrato come, con un pizzico di motivazione, anche dal lontano Luxembourg è possibile godersi due giorni di scialpinismo top; come sempre, basta avere un po’ di voglia
J 
 
Sui pianori subito sopra Realp, salendo al Talligrat


La facile dorsale che conduce in vetta

Bella montagna dalla cima del Talligrat (peccato non sapere cosa sia)
Vista sulla pianura europea salendo al Rossstock


La crestina che conduce in cima al Rossstock


Dalla cima

Discesa con vista lago
 

sabato 4 marzo 2017

Ghiaccio Turco

Dopo aver illustrato in autunno il bel calcare grigio della Turchia, ora non posso che postare le splendide e misteriose cascate di ghiaccio dell' est Anatolia in particolare della zona di Van; grazie al mio caro amico Tunc Findik che oltre a essere una leggenda per questo paese si sforza con ogni mezzo per promuovere la cultura della montagna e dell'Hymalaya girovagando in lungo e in largo per il paese.
Questa nuova avventura ci porta a Van che si trova nel sud est della Turchia a qualche chilometro di distanza dal confine iraniano e a sud con l'Iraq e la Siria. Per via degli attuali conflitti certe zone montuose compreso il famoso Monte Ararat sono state interdette e chiuse al turismo. Ovvio che i vari club di Montagna locali sperano in una riapertura nel più breve tempo possibile, visto che ci sono zone bellissime come per esempio il gruppo montuoso delle Cili Dagi. Quindi incrociamo le dita e speriamo che si torni a scalare e non più a sparare.
Tornando alle cascate di ghiaccio preferirei lasciarvi alle foto scattate dal fotografo professionista Dilaver Kisili, e dal giornalista e fotoreporter Ali Insan Ozturk.
Un grazie enorme a Dogan Palud, Tunc Findik e Cetin Bayram organizzatore del Festival di Ghiaccio di Uzundere che ogni anno mi invita a parteciparvi.

Forse sulla cascata più bella e assurda che io abbia mai scalato. 70 metri di pura follia


Non ci sono parole della sua bellezza, dietro non tocca, è completamente un free-standing con conoide da 50 metri.
La candela finale sono 15 metri molto delicati con protezioni inutili.

Cascatina facile ma bella a due passi da Van

L'anfiteatro di Uzundere

Anatolya Pillar 130 metri 5+








Io e Tunc dopo la salita di Anatolya con due amici che ci sono venuti incontro alla base.

Tunc sul secondo tiro che mi raggiunge in sosta.

Io e Tunc
Sul continuo e duro secondo tiro

Seconda ripetizione di "Pida"

Due belle candele



Tunc con "it is time to go" alle spalle.

La cascata "Pida" vista dal canale. Un bel 5 dritto dritto.

Un po' di misto al sole.