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domenica 11 maggio 2014

Tours d'Areu, Copacabana (6b max, 6a obbl.) e Melousine (6c+ max, 6b+ obbl.)

Le previsioni per domenica 4 maggio dicono che sarà una bellissima giornata in tutta l'Europa occidentale e così, dopo qualche tentennamento, la decisione con Massimo è presa: che levataccia sia, direzione Tours d’Areu, valle dell’Arve.
Ma stavolta il destino non ci è amico…superato il Monte Bianco, insieme a Beppe e Pietro che abbiamo agganciato a Courmayeur, notiamo una sola strisce di nuvole che copre un’unica parete in tutta la Valle dell’Arve: indovinate quale? Esatto, proprio le Tours d’Areu. Ma noi siamo ottimisti e ci diciamo che sicuramente, con il calore della giornata, quelle nubi spariranno e scaleremo in maglietta sul magnifico calcare delle Torri…
Iniziamo quindi l’avvicinamento tra le nebbie dell’alpeggio di Doran continuando a dirci “Tra poco si apre”, frase che è il leitmotiv di tutta la giornata…peccato che mai previsione fu meno azzeccata, e il sole, proprio dietro a quello strato di nuvole, non si sia praticamente mai visto.

E così la via scelta da me e Massimo, Copacabana, sulla carta facile e corta (6tiri, 6b max) si rivela molto più impegnativa del previsto, principalmente per il freddo pungente che non ci abbandona mai, se non, ovviamente, al momento di buttare le doppie. Gli spalmi del terzo e del quinto tiro, con una chiodatura non proprio ascellare e una tremarella da malati di Parkinson dovuta al freddo, non mi sono sembrati affatto banali. Neppure Beppe e Pietro sulla vicina Melousine (un cran au dessus come direbbero i francesi) passeggiano, ma alla fine arriviamo all’ultima sosta praticamente in contemporanea, felici di scendere ma anche soddisfatti per essercela cavata fino alla fine anche con questo dannato freddo…

Pietro sul primo tiro di Melousine

Ambiente freddino dalla prima sosta di Copacabana

Fine delle calata, sole e la bellissima pancia della Quinta Torre su cui corre Aguirre
Le Torri al rientro a Doran

martedì 6 maggio 2014

Torre di Ajmonin, Pisittu Maccu (7c? max, 6c obbl.)

Eccoci di nuovo alla Torre di Ajmonin con il fortissimo Giacomo, questa volta per provare a confrontarci con qualcosa di un pizzico più impegnativo di Papaveri e Papere. Poche ripetizioni (che io sappia) per questa Pisittu Maccu, ma decidiamo comunque di andare a curiosare. Sicuramente meno bella e varia di Papaveri, sicuramente più dura… Il primo tiro (20 metri di 6b+ conditi da 4 spit) fa capire subito che non sarà una passeggiata. Sensazione confermata alla partenza del secondo, dove ci appare incomprensibile il 6c+ dato dal Trombetta nel suo schizzo recente,…(Adriano, se leggi fatti vivo e spiegaci come si va via in libera dal primo spit). Terzo tiro bello e ordinario, quarto di nuovo decisamente obbligatorio.
Lo spigolo del quinto tiro (che poi è lo spigolo esterno del diedro del Pesce d’Aprile) è bellissimo anche solo facendo in libera i singoli passi. Pare non ri-liberato dopo la rottura di alcune tacche, ma molto probabilmente direi che è fattibile (magari anche senza scomodare gradi olimpici).
Un bellissimo 6b in placca e anche questo piccolo capolavoro è finito.
Ancora una volta non si può che rimanere a bocca aperta nel pensare a quale livello avesse raggiunto il Motto per aprire dal basso vie di questo tipo ormai più di 20 anni fa...