In Bilico è un Sito/Blog creato da grandi appassionati di montagna, che con qualche riga, fantastiche foto e incredibili video raccontano le loro imprese in giro per le Alpi e le pareti più verticali del mondo.

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mercoledì 23 maggio 2012

Lagorai.Fiorenero

Ogni tanto bisogna sperimentare posti nuovi...Così sabato siamo andati a visitare il"granito delle Dolomiti"... Certo che da buon granitista occidentale dal palato raffinato sono rimasto(anzi siamo) un po' deluso dalla discontinuità dell'arrampicata e dalla qualità della roccia(alquanto lichenosa) che offre questa zona,ma abituato al solito pellegrinaggio calcareo tra valle del Sarca e Dolomiti avevo voglia di vedere qualcosa di diverso.Comunque giornata positiva in un posto incantevole ed ottima compagnia di Luca e del mitologico "cesco",l'uomo dai bicipidi impossibili....

martedì 22 maggio 2012

Bavella Rock Trip 2012


Un misero scalatore occidentale con in saccoccia qualche scalata fra Monte Bianco e Gran Paradiso crede di avere ormai  assaporato il miglior granito delle Alpi. Forse solo Mello e Qualido potranno riservare qualche sorpresa, chissà…anche se dopo i Knob del Gran Capucin le aspettative sono davvero molto alte.
Poi c’è la Corsica, di cui tutti parlano bene…ma i piemontesi, si sa, sono sempre un po’ prevenuti e gelosi delle proprie perle e, in cuor loro, sempre dubitosi di trovare qualcosa che possa superarle.
Con questo pensiero ci avviciniamo alla Corsica alla fine di un aprile iniziato con temperature quasi estive ma che rapidamente si è guastato con una serie di giornate piovose e con temperature decisamente più primaverili.
Dopo una nottata di traversata di un mar Ligure alquanto nervoso, il menu prevede, se tutto va bene, 4 giorni di vie in Bavella, già pregustate sulle bellissime foto ampiamente disponibili in rete, sulla guide del local per antonomasia, Jean Paul Quilici, e sull’enciclopedia delle pareti più belle del mondo a firma Petit-Bodet.
Senza soffermarsi troppo su tecnicismi, gradi e relazioni delle vie (facilmente repribili), siamo rimasti tutti entusiasti dall’incredibile qualità della roccia e della scalata.
Di Jeef, alla punta U Corbu, si è ormai detto tutto e la via merita sicuramente la fama che ha: una successione di 6 tiri uno più bello dell’altro, con chiodatura mai severa e valutazioni più che oneste. Certo, pensare al passo della conca del sesto tiro con la chiodatura originaria fa pensare…ma è inutile pensare al passato, oggi un bello spit a centro conca fa pensare esclusivamente a passare in libera ed un’eventuale caduta si arresterebbe pochi centimetri sotto. Non aggiungo nulla se non l’invito ad andare e a ripeterla. Oltre ai rinvii portare solo 3 friend medi, nulla di più.

Jeef, L1

Dos de l'elephant, L2

Jeef, IL tiro, grazie a Klaus che ha scattato a due comuni mortali e brava Barbara per la libera di Delicatessen
 Più recente, Esperanza alla punta Rossa rappresenta, come la definisce Sacha, la “madre di tutte le tafonate”. Dopo due tiri ordinari di 6a parte una delle scalate più incredibili che si possano pensare. Si arrampica su un granito ad onde, orecchie giganti, conche e buchi che credo esistano solo qui. Guardare queste forme da lontano non fa pensare alla pietra, ma alla carta-roccia usata per il presepe. Eppure prese, fessure e concrezioni non mancano per un divertimento allo stato puro. Non abbiamo salito l’ultimo tiro, a detta di molti il più bello…non so immaginare, visti quelli sotto, cosa possa essere!
Per raggiungerla è comodo percorrere una delle via sull’avancorpo sottostante, effettuando una breve doppia una volta giunti sulla sommità di quest’ultimo e camminando una ventina di minuti nel fra arbusti e piccoli salti di roccia. Anche in questo caso qualche friend medio è più che sufficiente.

Esperanza...
Tipico gesto da via granitica...
 Qualche parola in più per la Punta Lunarda e per Nirvana che abbiamo salito il terzo giorno. Prima di parlare della via parliamo dell’avvicinamento. Con la sola guida di Quilici è impossibile non perdersi; qualche informazione in più sulla guida “Grande Voie de Corse”, ma anche qui l’ora e 45 indicata come necessaria può forse andare bene per qualcuno che alla Lunarda è già stato almeno 2-3 volte e che per di più sia in un buon stato di forma aerobica… Scriveteci se volete qualche dritta da comune mortale; noi ci abbiamo messo 3 ore abbondanti.
Nirvana alla Punta Lunarda è una via rude, fisica ma non nel senso comunemente inteso oggi; è una via che impegna tutto il corpo, le ginocchia, la schiena, i gomiti… 3 tiri di quello che i francesi chiamano “Renfougne” e che molto più semplicemente chiamerei incastri/attorcigliamenti/spallate/schienate granitiche. Sicuramente da amanti del genere… Una bellissima fessura di mano al quarto tiro (spittata più che bene) interrompe un po’ la fatica del renfougne. Anche in questo caso ultimo tiro non salito per noi; questione di evitare il buio, che molto probabilmente avrebbe significato bivacco inatteso, in un rientro delicato almeno quanto la salita.

La sagoma inconfondibile di Punta Lunarda
Preparativi salvapelle

Nirvana, L1, Renfougne...



Nirvana, L3, Renfougne


Nirvana, L4, incastro di mano molto bello



Quarto giorno di inattività per qualche imprevisto al team di climber…per fortuna nulla di grave.

Luogo sicuramente suggestivo la Lunarda, così come tutti quelli visti in questi rapidi giorni. Unico consiglio è di prepararsi gli avvicinamenti altrettanto bene rispetto alle vie, pena dilatamento eccessivo dei tempi di approccio e corse sulle vie per evitare i tiri.
E non voglio immaginare cosa possano essere gli avvicinamenti a pareti meno battute rispetto a quelle che abbiamo visitato noi…penso ad esempio alla parete di U Specchiu, con la sua Diretta Casanova, una buona ragione per tornare…   

mercoledì 9 maggio 2012

Lettere dal Nepal: Lukla

Il ritorno è doloroso, per più motivi.
Il principale è la consapevolezza che qualcosa di grande, magnifico, ahimè sta finendo.
Dal campo base dell'Island Peak Gil torna a Namche Bazar. Fa in un giorno, di corsa, il percorso che ha fatto all'andata in quasi 4; ma oggi non è giornata di ammirazione. Raggiunge Noemi che è invece a Namche da ieri e che ha rifatto il percorso in due giorni, con calma.
Namche Bazar è piacevole, rilassante. Con le sue botteghe arroccate sul lato della montagna.
Impossibile immaginare nessun mezzo di trasporto: solo yak, cavalli e uomini.
Ora è più nota, si fa vivere con più consapevolezza e determinazione.
Il piacere di un caffè in una bakery con terrazza sulla valle è davvero impagabile.
Il tempo di qualche acquisto e di nuovo zaino in spalla, giù per le vallate a spasso sui ponti sospesi nel vuoto.
Destinazione Lukla. Arriviamo sotto un diluvio infinito.




La paura ci assale: ricordiamo infine l'atterraggio su questa piccola, magnifica e unica pista che ci ha accolto circa dieci giorni fa.
Incredibile: 10 giorni. Sembra una vita.
Un ultimo saluto alla valle, che sembra evidente non sia definitivo. Magari un giorno torneremo!
Un ringraziamento particolare va al nostro piccolo, grande portatore che ci ha accompagnato durante il nostro trekking e l'ha reso più piacevole.




Namaste,

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Location:Lukla

domenica 6 maggio 2012

Lettere dal Nepal: L'Island Peak non ha voluto...


Pensavate ci avessero rubato l'iPad, eh!
Invece no; è solo che intorno a 5000 metri internet non c'è e tanto meno l'elettricità per caricare le pile.

Siamo saliti a Chukkung e poi al campo base dell'Island Peak, posto di fronte alla parete sud del Lhotse (stica ... che parete). Dopo aver montato le tende con un vento che soffiava ai 100 km l'ora, ci siamo messi nel sacco a pelo, sembrava di stare dentro una lavatrice in fase di centrifuga.
La sveglia suona alle 2 di notte, il vento sembra si sia calmato, dentro di me cresce una tremenda voglia di rimanere a letto ma il mio socio polacco si alza e comincia a preparare il the, fuori ci saranno -10 gradi la bottiglia d'acqua è un pezzo di ghiaccio. Indosso gli scarponi, mi vesto ed esco. La prima parte è un sentiero ripido su sfasciumi che porta ad una sella; intorno alle tre si rialza il tremendo vento e comincio ad avere sempre più freddo. La quota si fa sentire, dieci passi a velocità normale e poi ti fermi perchè il fiato ti manca di solito bastano pochi secondi per riprenderlo qua serve un minuto, penso agli scalatori degli 8000 e mi chiedo come facciano, a 5400 indosso tutto l'abbigliamento che ho nello zaino: pile, due piumini e la giacca in Goretex.

Comincio ad incrociare cordate che rinunciano per il vento; sui 5500 rinuncio anch'io perchè in cresta il vento è troppo forte, non riesco a stare in piedi, gli sherpa dicono che quando la montagna sbuffa è meglio lasciarla stare. Il mio socio prova a salire per altri 100 metri ma desiste anche lui, anche perchè gli comincia a girare la testa dalla quota o dal vento che rintrona.Torniamo giù al campo base intorno alle 7 e ci infiliamo nella "lavatrice".

Si poteva aspettare ancora qualche giorno ma questo comportava vari spostamenti di voli aerei e notevoli costi in più, inoltre la meteo dei giorni prossimi è in peggioramento, così cominciamo il trekking di rientro verso Lukla.

Namaste
L'Island Peak in una momentanea schiarita


Nella tenda cucina al CB


In tenda









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sabato 5 maggio 2012

Parete del Falco.3 a Settembre

Giornata di puro relax ed arrampicata plaisir nel sempre splendido vallone di Forzo in compagnia del marinaio Max... Viste le numerose piogge degli ultimi giorni non era facile trovare qualcosa di asciutto.
La via comunque,senza troppe pretese,risulta essere molto divertente e su ottima roccia.



L'homo de Bavella 2012


Bavella's Adventures from Sacha Weller on Vimeo.