Sembra che il mio
organismo stia avendo la meglio sul fastidioso ed antipatico virus che mi ha
messo KO nelle ultime due settimane e così, seppur non ancora in forma
smagliante, convinco Carole ad una toccata e fuga (si fa per dire, considerando
che da Lux sono minimo 5 ore) in terra elvetica per rimetterci un po’ su
qualche multipitch, possibilmente non troppo dura vista la convalescenza ancora
in corso.
Approfittando delle molte ore di sole, sabato alle 12 siamo all’attacco di Kadenz, al Rosenlauistock, simpatica parete nel gruppo degli Engelhorner che da tempo mi incuriosiva. Il quadro è magnifico, con una vista mozzafiato sul ghiacciaio di Rosenlaui sovrastato dall’imponente parete del Klein Wellhorn, su cui corrono famosi 600oni tra cui la classica Gletschersymphonie. Optando, ovviamente, per la variante di destra sul primo tiro che abbassa di una tacca l’obbligatorio, risaliamo rapidamente tutti i 7 tiri fino ad uscire sulla cresta sommitale; Kadenz è una via simpatica e non difficile, con un paio di lunghezze particolarmente belle (L4 ed L6). Chiodatura ottima e ravvicinata dal 6c in su, più allungata al di sotto, senza mai divenire particolarmente ingaggiata.
Dopo un’ottima cena al parcheggio di Rosenlaui e una campeggiata abusiva nello stesso, la mattina successiva ci spostiamo nella zona di Grindelwald per visitare la parete di Hintisberg, dove i fratelloni svizzeri più noti del circo arrampicatorio, i Remy brothers, hanno aperto una manciata di vie fra i 150 e i 200 metri in questa che potrebbe essere tranquillamente definita una falesia d’alta quota.
Il luogo mi incuriosiva principalmente per la fama legata alla splendida visuale sulla parete nord più famosa delle Alpi e forse del mondo, l’Eiger naturalmente; oltre a confermare il panorama davvero superlativo, che oltre al celebre orco propone anche il resto del tris di questa parte dell’Oberland, vale a dire Monch e Jungfrau, percorrendo la via Todi (7a max, 6b obbl.) abbiamo con sorpresa trovato anche una piacevolissima arrampicata su roccia impeccabile, discretamente fisica e con un ultimo tiro memorabile su roccia grigia.
Approfittando delle molte ore di sole, sabato alle 12 siamo all’attacco di Kadenz, al Rosenlauistock, simpatica parete nel gruppo degli Engelhorner che da tempo mi incuriosiva. Il quadro è magnifico, con una vista mozzafiato sul ghiacciaio di Rosenlaui sovrastato dall’imponente parete del Klein Wellhorn, su cui corrono famosi 600oni tra cui la classica Gletschersymphonie. Optando, ovviamente, per la variante di destra sul primo tiro che abbassa di una tacca l’obbligatorio, risaliamo rapidamente tutti i 7 tiri fino ad uscire sulla cresta sommitale; Kadenz è una via simpatica e non difficile, con un paio di lunghezze particolarmente belle (L4 ed L6). Chiodatura ottima e ravvicinata dal 6c in su, più allungata al di sotto, senza mai divenire particolarmente ingaggiata.
Dopo un’ottima cena al parcheggio di Rosenlaui e una campeggiata abusiva nello stesso, la mattina successiva ci spostiamo nella zona di Grindelwald per visitare la parete di Hintisberg, dove i fratelloni svizzeri più noti del circo arrampicatorio, i Remy brothers, hanno aperto una manciata di vie fra i 150 e i 200 metri in questa che potrebbe essere tranquillamente definita una falesia d’alta quota.
Il luogo mi incuriosiva principalmente per la fama legata alla splendida visuale sulla parete nord più famosa delle Alpi e forse del mondo, l’Eiger naturalmente; oltre a confermare il panorama davvero superlativo, che oltre al celebre orco propone anche il resto del tris di questa parte dell’Oberland, vale a dire Monch e Jungfrau, percorrendo la via Todi (7a max, 6b obbl.) abbiamo con sorpresa trovato anche una piacevolissima arrampicata su roccia impeccabile, discretamente fisica e con un ultimo tiro memorabile su roccia grigia.
Il ghiacciaio di Rosenlaui con a destra i 600 metri verticali del Klein Wellhorn |
L'uscita del bellissimo L6 |
Serve dire cos'è? |
Ultimi metri prima di arrivare in sosta sull'ultimo tiro di Todi |