In Bilico è un Sito/Blog creato da grandi appassionati di montagna, che con qualche riga, fantastiche foto e incredibili video raccontano le loro imprese in giro per le Alpi e le pareti più verticali del mondo.

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giovedì 21 luglio 2016

Salbitschen (Hammerbruch e SE Wande)

Dopo un week end di “mare” in cui mi ero ripromesso di restare a Luxembourg a riposarmi e a fare ciò che mi riesce meno peggio, ovvero il lavoratore di tiri (facili) in falesia, capisco già dal mercoledì che una bolla di beau fixe avvolgerà tutta la catena alpina per il prossimo fine settimana.
Ok, andare da Lux alle Alpi non è proprio come andarci da Torino…ma come rinunciare ad un’occasione così ghiotta? Rapido messaggio a Carole, con relativa proposta di week end alpino…risposta laconica ed inequivocabile in qualsiasi lingua del mondo: “Cool!”. Benissimo, mi riposerò e lavorerò progetti in falesia il prossimo week end…questo è consacrato all’Alpe! Molta neve in quota, non bisogna andare troppo in alto... la scelta è fatta: Salbitschen, granito svizzero mai visitato prima, a quanto dicono molto bello. Partenza da Lux alle 8,30 del venerdì e dopo solo 9 ore (!!!)  ci incamminiamo nella svizzerissima Goschenental alla volta del rifugio Salbit. Tantissima la neve anche a quote modeste (pare abbia nevicato per 4 giorni senza sosta), ma la meteo non si è sbagliata ed un sole magnifico ci accoglie sabato mattina. Per fare asciugare un po’ la parete attacchiamo Hammerbruch non prestissimo e da subito capiamo che oggi l’acqua, in parete, non ci mancherà… Effettivamente le condizioni sono “leggermente” umide, praticamente tutte le fessure sono da molto umide a fradice, ma ormai che ci siamo almeno proviamoci… Abbiamo scalato 6 tiri della via, per poi calarci, causa stanchezza comune ad entrambi e, lo ammetto, una non particolare gradevolezza nel ritrovarsi acqua anche nelle mutande come se fossimo a marzo sulla Bonvin in Val Varaita. A parte ciò, cercando di immaginarla in condizioni migliori, la via è sicuramente interessante, forse non entusiasmante, proponendo non poche situazione di “ranfougne”, che non adoro particolarmente, e di incastri, ma di piedi… Protezioni ottime ma spaziate in placca e friend nelle fessure, che li accolgono sempre generosamente.
Il bivacco alla base della cresta ovest, anche se un po’ affollato, è confortevole ed accogliente…alle 8 sto praticamente già dormendo.
L’indomani percorriamo ancora una via più breve e semplice sulla prima torre, questa volta decisamente più asciutta e gradevole da scalare.
Ma ahimè è presto tempo di rientro, l’auto è a più di 3 ore di marcia; per fortuna il cielo cobalto e il paesaggio svizzero fino all’ultimo centimetro le fanno trascorrere relativamente in fretta e così si riparte. Lontano andare sulle Alpi da Lux? Sì, anche io lo pensavo, poi chiacchierando con una coppia di ragazze tedesche scopro che loro arrivano addirittura da Amburgo, praticamente il doppio della distanza … Di  fronte alla mia espressione incredula ed interrogativa circa la fattibilità di un weekend in Svizzera partendo da Amburgo, la più grande delle due mi risponde: “Just do it”. È vero, ha proprio ragione… come sempre nella vita…Just do it.



Sembra primavera... siamo in piena estate

 

Primo tiro umido, come tutti gli altri...

Arrivo in sosta su L4


Il sole del pomeriggio asciuga un po' tutto in vista dell'indomani







giovedì 7 luglio 2016

Auguille du Midi, Contamine (6c/7a max, 6a obbl.)

Per rientrare da Torino a Luxembourg non c'è nulla di meglio di un intermezzo a Chamonix, soprattutto se la domenica dedicata al viaggio è anche una domenica di bolla meteorologica con percentuale di "insoleggiamento" al 100% sul Monte Bianco.
E così dopo la rigorata ad oltranza che ci vede tristemente battuti dall'armata teutonica ed una guidata notturna fino a Chamonix, mi arrotolo sui sedili della mia auto per una bella dormitina aspettando la partenza della prima benna per l'Aiguille du Midi. L'indomani, nella solita accozzaglia variegata che si ammassa alla partenza della funivia, i primi tre biglietti emessi sono quelli che finiscono nelle tasche mie e della coppia di climber più famosi di Oregina (Genova, Italy).
Destinazione del giorno: la falesia d'alta quota di Chamonix, leggi anche sud della Midi. Alle 8,30 siamo già pronti all'attacco, togliamo scarponi ramponati per ritrovarci con più consone scarpette a risalire lungo la via Contamine. I primi 3 metri sono in comune con la Rebuffat (affollatissima, come sempre), poi la via corre più o meno lungo lo spigolo che delimita a destra la faccia principale della sud, prima che questa volti per formare i diedri percorsi dalla Kohlmann.
La Contamine, recentemente ripulita dei molti chiodi che si usavano per un percorso prevalentemente in artificiale, è oggi una short climb di libera assolutamente eccezionale. La roccia è perfetta, granito top per nulla intaccato dalle ripetizioni. Magnifici L2 (6a), un'arrampicata in placca con ottime protezioni in fessura, L3, complessa su fessure svase (6b+) ed L6, altro tiro lungo e difficile che percorre prima una lunga fessura pressochè interamente da proteggere, per poi concludersi con un difficile ristabilimento (spit nuovo di zecca estremamente gradito) ed una rampa-placca ancora delicata (da 6c a 7a a seconda delle topo). Noi abbiamo optato per una ridiscesa in doppia sulla parete senza percorrere l'ultima lunghezza di raccordo per rientrare alla stazione di arrivo della funivia. Con questa soluzione si può lasciare il materiale glaciale tranquillamente alla cengia di partenza.
Nonostante l'affollamento di turisti che affollano le benne di rientro alle 4 siamo seduti al bar di Chamonix, in pieno stile Bassanini (peccato che lui ci arrivi alla stessa ora dopo aver salito e sceso la sud del Fou...) e alle 11 sono di ritorno in una Luxembourg ancora illuminata dalle ultime luci del nord.

Elvio arriva in sosta su L1

Magnifico L2 per la Nella...che sia il 6a più bello del Bianco?


Il solito ambiente da cartolina di Chamonix...

Sembra che stia tirando un chiodo lo so, in realtà sto cercando di proteggere il fessurino di L6...la tirata di chiodo è in arrivo...

Non manca la placca a knob per concludere...

Vallone di Sea, Specchio di Iside, Incubo di Sea II (7a+ max, 6b+ obbl.)

Le settimane di vacanza vanno sfruttate al massimo e così dopo la domenica calcarea tocca al martedì granitico… Il Vallone di Sea è il posto con il peggior rapporto bellezza/frequentazione… detto in altri termini: perché in un posto così figo non si incontra mai anima viva? E pensare che, grazie alle valorizzazioni recenti dei vari local che negli ultimi anni stanno riportando alla luce le misteriosi pareti di Sea, qui c’è davvero divertimento per tutti. Vie corte, vie medie, vie lunghe…vie molto da proteggere, vie poco da proteggere… vie fisiche vie tecniche. Manca solo una cosa a Sea, le vie banali, e aggiungerei...per fortuna!. Anche le vie sulla carta più facili hanno un significato e non si lasciano salire senza un minimo di cuore. Da questo punto sono un pizzico più esigenti anche di quelle della ben più decantata ed adiacente Valle dell’Orco.
Questa volta con Cristina siamo saliti allo Specchio di Iside per ripetere la combinazione rivisitata da Trombetta e soci e ribattezzata “Incubo di Sea II, il ritorno”. Mio parere personale… Bravo Trombetta! Hai ri-proposto una bellissima via di di libera integrale con pochissime rettifiche qua e là e senza aggiungere spit… Già, perché la scabrosa lama di “Incubo di Sea”, nella sua versione originale che si percorreva internamente, non è stata modificata in alcun modo, mentre sulle due lunghezze finali delle Via Maestra gli spit originali di Grassi non solo sono semplicemente stati sostituiti, ma il conto totale rispetto a quelli originari è addirittura in disavanzo…
Ogni tiro, con l’eccezione del primo che è di avvicinamento al muro vero e proprio, è un gioiellino:
L1: facile muretto (spesso bagnato) in comune con Spit Story (5c)
L2: fessure da proteggere, diedro aperto (a voi trovare il trucco) e grossa lama (6b)
L3: muro a tacche, fessure rovescie, strapiombo granitico (spettacolare, occhio a scegliere bene la linea) e uscita in sosta su placca zen (7a+)
L4: placca tecnica, passo duro in uscita (6c+ duro)
L5: splendido muro prima a buchi (sì, proprio buchi sul granito) e poi a liste (6c+)

Contrariamente a quanto si legge sulla relazione del Trombi, sconsiglio di lasciare i friend alla S2… J

Cristina all'attacco dell'Harding Slot di noi piemontesi

L3, prima dello strapiombo

Effettivamente lo strapiombo c'è...

La placca di L4, prima del tricky move finale

L5, sontuoso


Bec de l'Aigle, La Princesse du Feu (6c++++ max, 6b obbl.)

Pur sapendo che molti la pensano diversamente, ammetto di non essere mai stato un fan particolare delle pareti calcaree dei Cerces. Alle varie Tete d’Aval, Tour Termier, Querellyin ed altre pareti della zona manca sempre quel qualcosa per renderle pareti realmente top. Questa volta, insieme ad Elvio, decidiamo di andare a vedere un poco conosciuto (almeno per noi), Bec de l’Aigle, recensito sul libro del calcarista viziato di nome Mussatto.
Un avvicinamento in auto non brevissimo (contare 45’ dal Galibier) ne compensa uno a piedi che invece è da veri falesisti (15’ max) e che ti deposita alla base della parete. La grande classica pare essere questa Princesse du Feu, credo una delle poche creazioni del fuoriclasse che non presenti una sfilza monotona di 7 e di 8…  e che il buon Mussatto non abbia molta confidenza con i gradi dei comuni mortali lo si capisce dal primo tiro, leggermente enigmatico come 6b+… ma d’altronde stiamo parlando di un marziano che credo non percepisca alcuna differenza fra un 7b e un 6a+.
Considerazioni banali e ripetitive sui gradi a parte, la via è un gioiellino: non un tiro che non sia notevole, non un metro di roccia non perfetta. Menzione d’onore per L5, dove l’apritore è riuscito a tirare fuori un tiro di 6b+ (che monotonia questi 6b+) su un muro degno di stupefacenti linee da pianeta 8…
Consigliatissima, così come le vicine, all’apparenza altrettanto belle e anche “un cran au dessus” (o anche due) in termini di difficoltà…

Il bucolico pianoro alla base della parete, con tanto di auto lussemburghese...
Il bucolico pianoro alla base della parete, con tanto di genvoese
L3
Elvio all'attacco del monumentale muro di L6 (6b+)

Sempre su L6

Uscita di L6
Discesa in ambiente quasi alpinistico...

L'uomo sul mare di nebbia