In Bilico è un Sito/Blog creato da grandi appassionati di montagna, che con qualche riga, fantastiche foto e incredibili video raccontano le loro imprese in giro per le Alpi e le pareti più verticali del mondo.

In Bilico is a blogsite created by a group of mountains and climbing enthusiasts who, with short text, amazing photos and videos, tell about their climbs all around the Alps and other famous walls of the globe.

In Bilico est un blog crée par des amoureux de montagne et d’escalade qui avec des petits textes, des images surprenants et des vidéos racontent leur sorties dans les Alpes et dans des autres grandes parois du globe.

lunedì 30 aprile 2012

Lettere dal Nepal: 5050 metri La piramide italiana EV-k2-CNR

Negli ultimi 3 giorni abbiamo attraversato tanti piccoli paesini e ognuno di loro ci ha lasciato tante piccole, grandi emozioni.
A Tengboche abbiamo visto uno dei templi più antichi della valle del Kumbu, abbiamo anche conosciuto la leggenda del lama volante, davvero incredibile.
Senza fare sempre troppo i sentimentali, abbiamo anche scoperto una bakery dove abbiamo mangiato una delle fette di torta più buone mai mangiate! Davvero! Non era la fame, erano proprio strepitose!
Deboche ci resterà nel cuore per una splendida doccia calda immersa nei boschi!
Nel percorso tra Deboche e Pangboche invece abbiamo fatto una breve e timida conoscenza con un animale stranissimo: sembrava un cerbiatto ma aveva i canini lunghi come un giaguaro!!!
Poi, l'arrivo a Pheriche ieri. Quota 4270 metri. Visto che ci sentivamo bene abbiamo deciso di andare fino a Dughla, quota 4620. Il tragitto è stato faticoso e arrivati su avevamo qualche problema con la quota. Abbiamo mangiato qualcosa e siamo andati in camera, sperando di riuscire a dormire. Non ci siamo riusciti granché.
Siamo andati a vedere la Piramide Italiana, costruita da Agostino da Polenza e Ardito Desio e poi siamo tornati a Pheriche,stanchi ed entusiasti!
Intorno ai 5000 la quota si fa veramente sentire 200 metri di dislivello in un ora...cmq ora ci dirigiamo verso il campo base dell'Island Peak 6189, avremo solo un giorno per poterlo salire senza neanche un campo intermedio perchè il volo per Lukla (quello mi preoccupa veramente)si avvicina...e qui in Himalaya il tempo corre velocemente...

Namaste

giovedì 26 aprile 2012

Lettere dal Nepal: Namche Bazar

Destinazione: Lukla. Arriviamo all'aeroporto e, dopo mille peripezie, ci portano all'aereo. Beh, chiamarlo aereo è puro ottimismo. Un catorcetto da 15 posti con i motori a elica si presenta davanti a noi. Ci fanno salire e visto che la porta che ci separa con la sala comandi è rotta riusciamo a vedere i due piloti litigare per una spia accesa. Dopo qualche minuto di esitazione spengono i motori, scendono e ci invitano ad uscire, allontanandoci. Ci cambieranno d'aereo, abbiamo pensato. Invece no: in 5 minuti risolvono il problema e ci fanno risalire. Kathmandu- Lukla sono 5 giorni di trekking, abbiamo pensato. Troppi, non li abbiamo. Con il terrore più puro siamo saliti sul piccolo aeroplano. Durante il volo tutti i passeggeri guardavano più i piloti e le spie dell'aereo che il panorama. Ci era quasi passata la paura che siamo arrivati alla pista di atterraggio. Il parcheggio di un piccolo supermercato è più grande; e quantomeno è in piano! Questo era in salita e tra le montagne.
Finalmente scesi abbiamo fatto la conoscenza dei portatori e siamo partiti alla volta di Namche Bazar. Vari sali-scendi tra i valichi e incredibili ponti tibetani sospesi nel vuoto ci separavano da quella che sarebbe stata la prima, emozionante tappa del trekking.
Il tempo ci ha aiutato regalandoci una magnifica giornata.
Kathmandu, con i suoi magnifici contrasti, è già un ricordo.
Namche Bazar è costruita su un lato di una montagna. Non esistono mezzi di trasporto, solo le gambe. Posto in alto, uno stupa ci regala pace con le sue mille, bellissime bandierine colorate e ruote di preghiera.
Il bel tempo ci invoglia a fare qualche altro metro di dislivello; così dai 3440 di Namche ci portiamo ai 3880 del primo punto panoramico sulle montagne tanto sognate.
L'Ama Dablam si regala a noi in tutto il suo splendore magnifica, nitida e fresca all'orizzonte.
L'Everest, più capriccioso, si mostra solo in parte lasciandoci ancora tanto desiderio e speranza di nutrirci gli occhi con la sua magnificenza. Dopo averli visti in foto per tanti anni, finalmente li vediamo dal vivo.
Domani il trekking continua e speriamo che il bel tempo non ci abbandoni!

I piloti che discutono sull'avaria

L'aereo

L'Ama Dablam

lunedì 23 aprile 2012

Lettere dal Nepal: Kathmandu

Cosa può emozionare a Kathmandu? Forse i suoi forti contrasti...
La città è un esplosione di colori e rumori. Tutto appare completamente immerso nel delirio più totale e invece...tutto funziona. Percorri le strade in compagnia di persone macchine mucche, motorini, polli, risciò e cani randagi. L'odore delle spezie si mischia con quello del gasolio e i colori dei negozietti inebriano la vista che si appanna dalla polvere. Le tue orecchie non hanno un momento di pace...poi raggiungi uno Stupa e i rumori lasciano il posto alle musiche Nepalesi. Le ruote le bandiere di preghiere, i colori ti entrano nel cuore e cambiano profondamente la tua anima fino a quando non rientri nel caos della città. Il rifugio è un ottima torta con un buon caffè e poi via!! ai Garden of Dreams dove tra un sorriso di una bimba e un piccolo scoiattolo che ti passa timorosamente d'avanti trovi un posto sull'erba dove riposare e ascoltare solo il canto degli uccellini. Davanti a te un tempio e un laghetto con le ninfe e i pesci rossi...

Ciao domani partiamo per le montagne...........



 

Gil e Noe

domenica 22 aprile 2012

Lettere dal Nepal: Partenza

Avrò preso tutto?, la tenda sarà abbastanza grande?, le barrette energetiche basteranno? ho preso il dissenten?che brutti i dubbi prima delle partenze...mi mettono ansia... non sai mai cosa e quanta roba portare, ad esempio, di mutande voi ne portereste un paio al giorno o uno ogni due...Io ho optato per la seconda, il primo giorno le sporchi e il secondo giorno basta girarle... così dimezzi il peso. Cazzo la carta-igienica?? Con quella non posso certo usare lo stesso metodo delle mutan...che schifo.

Ma si... se dimentico qualcosa, al limite lo scrocco a qualche alpinista svizzero, figurati, quelli!! precisi come sono di mutande (rosse con la croce bianca) ne porteranno tre paia al giorno...Eccolo lì  è appena passata una guida alpina svizzera, super sponsorizzata, piena di capelli biondi, che si sta imbarcando per Dheli, ha uno zaino enorme...non invidio il povero portatore sherpa che dovrà portargli l'attrezzatura.


Vabbe basta sparare caz....Ora io e Noe dobbiamo salire a bordo, fin che avremo anche solo una tacca internet, cercheremo di mandarvi qualche notizia e qualche foto del nostro viaggio in Nepal, non siete obbligati a leggere il blog potete sempre andare sul sito di Repubblica alla pagina della politica interna.




 Se invece questo sarà l'ultimo messaggio che leggerete, non vi preoccupate, state tranquilli e pensate positivo...significa solo che ci hanno rubato l'Ipad. Ma il viaggio continuerà lo stesso...




mercoledì 11 aprile 2012

The Davin's couloire & The Loosers

Il couloire Davin, un canale mitico, bello come pochi altri nelle alpi... Tutti i freeriders sognano di scendere questo lungo, ripido e rettilineo canale su bella neve farinosa.
Io non faccio eccezione e cullando il sogno , speranzoso dopo le recenti nevicate, alle 5am sono in auto con Gubis direzione Briançon...
Ore 6.30am qualche crepa inizia a insinuarsi nel nostro sogno... 8°C al parcheggio e cielo coperto non lasciano ben sperare...
Ore 9.30am il sogno vacilla... un gruppetto di francesi che ci precedevano fanno dietro front all'inizio del conoide...
Ore 10.30am il sogno si trasforma in incubo... il canale è per gran parte svalangato e il rigelo a quota 2300m è del tutto assente.
Demoralizzati, ma non del tutto cominciamo a salire, prima sci ai piedi, compiendo acrobatiche evoluzione su blocchi di valanga, quindi sci a spalle su neve inizialmente portante.
Ore 11.30 l'incubo diventa realtà... la neve portante lascia spazio alla tanto attesa neve fresca, soltanto che non si tratta di leggera farina 000, ma di un collone umido immondo in cui sprofondiamo fino al ginocchio.
Ci rendiamo presto conto che in queste condizioni la cima è cosa veramente ardua e il prezzo da pagare per una discesa scadente è troppo alto, quindi a quota 2850m allestiamo la nostra piazzola e facciamo dietrofront.
Il sogno rimane ancora da realizzare, ma per fortuna il Davin è sempre lì e la neve cade tutti gli inverni...non resta che continuare a cullarlo aspettando l'attimo fuggente per realizzarlo...

Stay Pow

The Davin couloire & The Loosers from Sacha Weller on Vimeo.

giovedì 5 aprile 2012

Assalto a Fort Malamot

Ci sono Domenica in cui ti senti scarico, non hai voglia di fare levatacce e lanciarti in avventure eroiche, ed allora ti accorgi che dietro casa ci sono 1000 splendidi posti che ancora non hai visto...
Così, insieme a Diego decidiamo di andare a far visita al Forte Malamot, splendida costruzione militare realizzata nel 1989 (http://www.archivoltogallery.com/photogallery/moncenisio/Forte-Malamot/index.asp)
Discesa agli sgoccioli per quantità di neve, ma su un buon firn divertente.


Assalto a Fort Malamot from Sacha Weller on Vimeo.

martedì 3 aprile 2012

Ancesieu: Geniale ma mezzo matto

La domanda vien da sè. Chi sarà mai il genio mezzo matto cui fa riferimento il nome di questa via? Troppo banale la risposta...pensare ad un'autocitazione di Manlio Motto è immediato, ma non sempre le associazioni più immediate sono anche quelle corrette, per cui credo che rimarremo ancora un bel po' con questo interrogativo...
Non ho mai conosciuto di persona il Motto, voci dicono che ormai si aggiri sempre più raramente da queste parti; è davvero impossibile però non ringraziarlo per le tantissime perle che ci ha regalato un po' ovunque, ma che forse nelle "sue" vallate canavesane raggiungono l'apice della sua esperienza e bravura di scopritore di pareti e di linee.
Gli aggettivi per l'Ancesieu ormai sono sprecati. Difficilmente in occidente si trovano strutture granitiche con una tale continuità di linee e di difficoltà che non sfigurerebbero neppure sul Monte Bianco.
"Geniale ma mezzo matto" in questo senso non fa eccezione rispetto alle altre e se è vero che in alcuni punti l'apritore è stato davvero geniale nel concepire la possibilità di salire in libera in posti che dal basso si rivelano quanto meno "dubbiosi", non si può certo dire altrettanto della sua pazzia...Sì, perchè a ben vedere le vie di questa parete (almeno le 6 che conosco) non sono pericolose. Si tratta solo di andarci con il giusto rispetto e la giusta consapevolezza. Se questi due ingredienti non mancano magari ci si divertirà un sacco, magari si tornerà indietro, ma difficilmente si penserà a qualcosa di pericoloso.
Come scritto altrove è vero che la via è la più spittata della parete (ma semplicemente perchè rispetto alle altre è quella che presenta meno tratti in fessura, che comunque restano da proteggere), mentre non è assolutamente vero che la via sia sporca!
Il tiro più impegnativo dal punto di vista psicologico è sicuramente il terzo (anch'esso non pericoloso)... in quanto a bellezza c'è davvero l'imbarazzo della scelta. Nessun tiro passa indifferente, io voto il sesto per la particolarità della linea e della scalata...



Giampiero su L1

Giampiero su L2
Sacha su L6

L9