In Bilico è un Sito/Blog creato da grandi appassionati di montagna, che con qualche riga, fantastiche foto e incredibili video raccontano le loro imprese in giro per le Alpi e le pareti più verticali del mondo.

In Bilico is a blogsite created by a group of mountains and climbing enthusiasts who, with short text, amazing photos and videos, tell about their climbs all around the Alps and other famous walls of the globe.

In Bilico est un blog crée par des amoureux de montagne et d’escalade qui avec des petits textes, des images surprenants et des vidéos racontent leur sorties dans les Alpes et dans des autres grandes parois du globe.

martedì 16 settembre 2014

Tour Termier, Ici mieux qu'en face (7b+ max, 6b+ obbl.)

In una bellissima domenica di settembre io e Stefano riusciamo ancora a regalarci questa piacevole via sui Cerces. Ici mieux qu’en face è sicuramente bella (probabilmente la più bella che ho salito a Briancon e dintorni), anche se le manca ancora qualcosa per essere realmente annoverata fra le “top”. Bella roccia praticamente ovunque, chiodatura che lascia pressoché sempre sereni e soprattutto gradi tutt’altro che severi sono gli ingredienti che concorrono a fare trascorrere una remunerativa giornata di scalata divertente. Una sola sezione obbligata all’uscita dell’ottavo tiro, comunque non pericolosa in caso di decollo.
Arrivo in sosta su L6 + L7 (6c)

Inizio di L8 (7b+)

mercoledì 3 settembre 2014

Aiguille de Blaitiere, L'Eau Rance d'Arabie (6c max, 6b obbl.) e Aiguille du Peigne, Le Ticket, le Carré, Le Ronde et La Lune (6c max, 6a+ molto obbl.)

Dopo un agosto in cui la meteo non ha consentito grandi scorrazzamenti arriva un settembre decisamente più stabile e così, con Massimo e Luisa, decidiamo di fare visita a queste due belle (ma freddine) pareti che circondano il Plan de l’Aiguille. L’Eau Rance d’Arabie, al Pilier Rouge dell’Aiguille de Blaitiere, è una bella via di difficoltà non eccessiva che collega molte fessure e qualche placca (spittata). Il primo tiro a freddo non è banale, ma la chiodatura permette di mantenere la serenità. Dopo è un susseguirsi di fessure sempre molto estetiche ed ottimamente proteggibili. L’ultimo tiro, un tempo un po’ temuto a causa di una larga fessura non proteggibile se non con friend grandi, è oggi addomesticato da un solido spit.

Spendo invece qualche parola in più per la via del secondo giorno, sempre a firma Piola, sull’Aiguille du Peigne. Abbiamo salito Le Ticket, le Carrè, le Rond et la Lune. Credo proprio che Piola e amici nei primi anni ’80 avessero raggiunto un livello davvero mostruoso sulle placche… Questa via, dai gradi apparentemente modesti (molti 6a e 6b) si è rivelata molto più impegnativa di quanto scritto sulla carta. Sarà stato il freddo (parete in ombra tutta la mattina), sarà stato lo stile di scalata a cui ormai siamo poco abituati  e sicuramente sarà stata la chiodatura tutt’altro che ravvicinata, fatto sta che su questa via in alcuni punti è veramente vietato abbassare la guardia, pena rotolate sulle placche anche moooooolto lunghe. Occhio in particolare al sesto tiro, dove si risale una specie di diedrino superficiale del tutto improteggibile con lo spit precedente parecchi metri sotto i piedi. Utilissimi friend piccoli e microfriend per proteggere le poche fessure presenti.

Su L1, non proprio una passeggiata a freddo

Partenza di L3

Massimo sul bellissimo L6

Ancora L6

Massimo sulla larga fessura dell'ultimo tiro

martedì 2 settembre 2014

Mont Greuvetta, Tentativo al Pilier des Vers Luisants

Normalmente un semplice tentativo non meriterebbe un post dedicato, eppure mi fa piacere raccontare qualcosa di questa nonostante tutto splendida due giorni sul Bianco in compagnia di Sacha. La meteo annuncia due giorni di bello stabile, la temperatura è buona e la voglia di scalare è tanta. Non resta che scegliere un obiettivo e andare diretti all’attacco. Eppure stavolta abbiamo cercato qualcosa di diverso ed anziché andare ai Satelliti, al Triolet o all’Envers con la certezza di salire una delle tante bellissime vie di questi  settori, abbiamo deciso di cercare un pizzico di avventura e di visitare il “misterioso” bacino del Greuvetta. Se lato Frebouze questa montagna è frequentata con relativa continuità lungo la via Dromi, posta a pochi metri dal sentiero che sale al Bivacco Gervasutti, sul versante opposto, quello esposto ad Est, sono pochissime le notizie di ripetizioni delle vie che a partire dagli anni ’80 sono state tracciate lungo questi magnifici pilastri. Solo recentemente la guida valdostana M. Farina ha aggiunto qualche nuova linea in prossimità di quelle esistenti.
Subisco maledettamente il fascino delle vie storiche, quelle che hanno un nome e una storia prima che una sequenza di tiri e di difficoltà e così propongo a Sacha di provare ad andare a vedere questo Pilier des Vers Luisants, il Pilastro dei Fuochi Fatui, così chiamato perché pare che delle curiose lucciole di montagna avessero accompagnato i fratelli Piola durante la discesa a valle dopo l’apertura.
Della via non posso dire nulla, essendoci arrivato ahimè solo a un centinaio di metri dall’attacco, se non che il tratto di parete su cui corre è uno dei più invitanti dell’intero massiccio del Bianco. Verticale, giallo, perfetto.
Posso invece riferire delle condizioni del ghiacciaio, che normalmente andrebbe salito sulla destra idrografica (quindi sinistra salendo), ma che in occasione del nostro tentativo presentava in questo tratto una successione di infiniti piccoli seracchi non collegati che non abbiamo ritenuto saggio affrontare. Abbiamo cercato quindi un passaggio sul lato opposto, proprio nei pressi dell’attacco della recente via Mandorlita, ma anche qui un sottilissimo ponte che collegava due buchi giganteschi ci ha scoraggiato a passare, soprattutto perché oltre questo le condizioni non sembravano affatto migliorare.
Prima di lasciare la parola alle foto do solo qualche suggerimento tattico: il bivacco Comino è pulito e comodo e si raggiunge in circa un’ora e mezza da Arnouva. Il consiglio è di prendersi un po’ di margine il primo giorno e di portare il materiale fino alla fine della morena che dà accesso al ghiacciaio (circa un’oretta su terreno senza sentiero ma con qualche ometto). Così facendo si sarà più veloci la mattina successiva, sia perché più scarichi sia perché il percorso non è immediato da individuare al buio. In prossimità del bivacco non c’è acqua, per cui la camminata servirà anche a riempire le bottiglie…
Ultima curiosità: sfogliando i libri del bivacco l’ultima ripetizione dichiarata del Pilier des Vers Luisants è del 2004, ad opera di un certo Jean Luc Amstutz…a buon intenditor…  


Oltre il bivacco, verso il ghiacciaio

Il punto più in alto raggiunto, sulla sinistra idrografica. Visibile pochi metri oltre Sacha l'unico possibile ponte

Cercando un passaggio

I muri seraccati dove passarebbe la traccia di avvicinamento in condizioni normali. Il Pilier des Vers Luisants è subito dietro
Il fronte del ghiacciao di Greuvetta. Traversando tutte le placche e spostandosi a sinistra si mette facilmente piede sul ghiacciaio


lunedì 1 settembre 2014

Vallone di Sea, Specchio di Iside, Spit Story (7b max, 6b+ obbl.)

Bellissima via su muri e placche, probabilmente, nel suo genere, la più bella di tutto il vallone. Tolto il primo tiro, un po’ erboso e spesso umido, si tratta di una successione continua di muri a tacche e placche mooolto tecniche. Il tiro più impegnativo è sicuramente il quarto, un 7b comunque non impossibile per forti placchisti. Assolutamente da maestri dello spalmo anche il quinto, 7a ipertecnico, che nei primi quattro spit è veramente una festa per i piedi. 2 friend utili sul primo tiro, poi bastano una dozzina di rinvii. Chiodatura sempre ravvicinata e rilassante, fatta eccezione per un passo obbligato sul quarto tiro che richiede un pizzico di decisione. 

Su L2 (7a), una sezione dura all'inizio e una alla fine

Sergio mi recupera su L3