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martedì 2 settembre 2014

Mont Greuvetta, Tentativo al Pilier des Vers Luisants

Normalmente un semplice tentativo non meriterebbe un post dedicato, eppure mi fa piacere raccontare qualcosa di questa nonostante tutto splendida due giorni sul Bianco in compagnia di Sacha. La meteo annuncia due giorni di bello stabile, la temperatura è buona e la voglia di scalare è tanta. Non resta che scegliere un obiettivo e andare diretti all’attacco. Eppure stavolta abbiamo cercato qualcosa di diverso ed anziché andare ai Satelliti, al Triolet o all’Envers con la certezza di salire una delle tante bellissime vie di questi  settori, abbiamo deciso di cercare un pizzico di avventura e di visitare il “misterioso” bacino del Greuvetta. Se lato Frebouze questa montagna è frequentata con relativa continuità lungo la via Dromi, posta a pochi metri dal sentiero che sale al Bivacco Gervasutti, sul versante opposto, quello esposto ad Est, sono pochissime le notizie di ripetizioni delle vie che a partire dagli anni ’80 sono state tracciate lungo questi magnifici pilastri. Solo recentemente la guida valdostana M. Farina ha aggiunto qualche nuova linea in prossimità di quelle esistenti.
Subisco maledettamente il fascino delle vie storiche, quelle che hanno un nome e una storia prima che una sequenza di tiri e di difficoltà e così propongo a Sacha di provare ad andare a vedere questo Pilier des Vers Luisants, il Pilastro dei Fuochi Fatui, così chiamato perché pare che delle curiose lucciole di montagna avessero accompagnato i fratelli Piola durante la discesa a valle dopo l’apertura.
Della via non posso dire nulla, essendoci arrivato ahimè solo a un centinaio di metri dall’attacco, se non che il tratto di parete su cui corre è uno dei più invitanti dell’intero massiccio del Bianco. Verticale, giallo, perfetto.
Posso invece riferire delle condizioni del ghiacciaio, che normalmente andrebbe salito sulla destra idrografica (quindi sinistra salendo), ma che in occasione del nostro tentativo presentava in questo tratto una successione di infiniti piccoli seracchi non collegati che non abbiamo ritenuto saggio affrontare. Abbiamo cercato quindi un passaggio sul lato opposto, proprio nei pressi dell’attacco della recente via Mandorlita, ma anche qui un sottilissimo ponte che collegava due buchi giganteschi ci ha scoraggiato a passare, soprattutto perché oltre questo le condizioni non sembravano affatto migliorare.
Prima di lasciare la parola alle foto do solo qualche suggerimento tattico: il bivacco Comino è pulito e comodo e si raggiunge in circa un’ora e mezza da Arnouva. Il consiglio è di prendersi un po’ di margine il primo giorno e di portare il materiale fino alla fine della morena che dà accesso al ghiacciaio (circa un’oretta su terreno senza sentiero ma con qualche ometto). Così facendo si sarà più veloci la mattina successiva, sia perché più scarichi sia perché il percorso non è immediato da individuare al buio. In prossimità del bivacco non c’è acqua, per cui la camminata servirà anche a riempire le bottiglie…
Ultima curiosità: sfogliando i libri del bivacco l’ultima ripetizione dichiarata del Pilier des Vers Luisants è del 2004, ad opera di un certo Jean Luc Amstutz…a buon intenditor…  


Oltre il bivacco, verso il ghiacciaio

Il punto più in alto raggiunto, sulla sinistra idrografica. Visibile pochi metri oltre Sacha l'unico possibile ponte

Cercando un passaggio

I muri seraccati dove passarebbe la traccia di avvicinamento in condizioni normali. Il Pilier des Vers Luisants è subito dietro
Il fronte del ghiacciao di Greuvetta. Traversando tutte le placche e spostandosi a sinistra si mette facilmente piede sul ghiacciaio


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