La notizia di
dover anticipare la fine delle mie vacanze mi coglie un po’ impreparato. Il
programma prevedeva di attendere il ritorno del bello per chiudere l’estate con
Fidel Fiasco, ma ahimé lunedì si deve lavorare, quindi forse Fidel Fiasco dovrà
aspettare la prossima stagione. Prima di ripartire dall’Italia mi faceva
tuttavia piacere fare ancora una vietta e così, con il grande Gil, anch’egli
temporaneamente a Torino, decidiamo di tornare insieme nella valle della nostra
“gioventù”: Orco naturalmente! Non so per quale motivo, ma in tanti anni in cui
ho visitato praticamente tutte le pareti della Valle, questo Cubo ancora mi
mancava… Eppure le vie paiono belle, l’avvicinamento è brevissimo e la firma
del Motto dovrebbe essere di per sé garanzia di qualità…
Fatto sta che alle 2 di un caldo venerdì d’agosto attacchiamo i 5 tiri di Dica 33, che dalle descrizioni pare essere la più bellina della struttura. I primi 2 tiri sono l’ennesimo, magnifico ed esemplare capolavoro dell’apertura di Motto su granito. Muri verticali a tacche (qui anche un po’ svase, che obbligano ad un’attenta lettura della linea e ad utilizzare bene i piedi). Obbligato vero, direi anche un po’ più di 6b, per arrivare in sosta su L2. Terzo tiro diverso, con inizio su tacche non banali che conducono al tettone di metà parete, che si risolve con una sequenza fatta di una tacca, due ronchie ed altre 3 tacche.
Il quarto ed il quinto tiro mi riportano indietro con gli anni, a quell’arrampicata di aderenza pressochè pura che ormai non faccio più e che ogni volta mi sembra un grado indefinitamente duro uguale, indipendentemente dal mio livello in falesia :-(.
Uno spalmo notevole su microquarzo su L4 e 15 metri di placca continua su L5 portano alla sosta di fine via, da cui ci si cala molto rapidamente (noi con una singola da 70 abbiamo fatto 3 doppie).
Caro Gil, sempre un piacere tornare in valle con te, anche se ormai non siamo più due torinesi, ma un turco ed un lussemburghese :-)… con livello conseguente!!!
Fatto sta che alle 2 di un caldo venerdì d’agosto attacchiamo i 5 tiri di Dica 33, che dalle descrizioni pare essere la più bellina della struttura. I primi 2 tiri sono l’ennesimo, magnifico ed esemplare capolavoro dell’apertura di Motto su granito. Muri verticali a tacche (qui anche un po’ svase, che obbligano ad un’attenta lettura della linea e ad utilizzare bene i piedi). Obbligato vero, direi anche un po’ più di 6b, per arrivare in sosta su L2. Terzo tiro diverso, con inizio su tacche non banali che conducono al tettone di metà parete, che si risolve con una sequenza fatta di una tacca, due ronchie ed altre 3 tacche.
Il quarto ed il quinto tiro mi riportano indietro con gli anni, a quell’arrampicata di aderenza pressochè pura che ormai non faccio più e che ogni volta mi sembra un grado indefinitamente duro uguale, indipendentemente dal mio livello in falesia :-(.
Uno spalmo notevole su microquarzo su L4 e 15 metri di placca continua su L5 portano alla sosta di fine via, da cui ci si cala molto rapidamente (noi con una singola da 70 abbiamo fatto 3 doppie).
Caro Gil, sempre un piacere tornare in valle con te, anche se ormai non siamo più due torinesi, ma un turco ed un lussemburghese :-)… con livello conseguente!!!
Gil alle prese con le tacche e gli svasi del primo tiro...che caldo!!! |
Il tetto sotto la terza sosta conferisce verticalità ed austerità anche alla mite struttura del Cubo |