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giovedì 27 luglio 2017

Aiguille du Moine, Miss Tique (6c+ max, 6b obbl.)

Ormai non sono tantissime le zone del Bianco in cui non mi sia infilato…per lo meno fra quelle appetibili per un falesista con la passione delle multipitch in montagna. E così in un fine giugno torrido con canicola ai limiti dell’incredibile a Chamonix, il Cobra ed io ci avviamo verso il remoto rifugio del Couvercle, posto al fondo della mer de Glace alla base del selvaggio bacino chiuso da montagne poco frequentate dal versante italiano, forse ancor meno da quello francese (Aig. de Leschaux, Aiguille Savoie, Talèfre,…).
Obiettivo del week end è Miss Tique, via aperta negli anni ’90 da Romain Vogler sulla parete est dell’Aiguille du Moine, montagna ampia e complessa che presenta itinerari diversi ed interessanti che corrono lungo i suoi diversi versanti. La via viene descritta da più parti come una delle più belle dell’intero massiccio, quindi come non andare a dare un’occhiata?
Lo scarso allenamento, e soprattutto le mie condizioni ancora tutt’altro che normali dopo il malanno di inizio mese, rendono la salita al Couvercle particolarmente lunga e faticosa
Il rifugio poi, oltre a proporre un’accoglienza davvero notevole, è un balcone sontuoso sulla nord delle Jorasses, sperone Walker in primis, di cui da qui si intuisce l’intera linea; come sempre però, ogni paradiso esige il suo pegno, che nel caso del Couvercle consiste in un avvicinamento lunghetto, non meno di 3 ore da Montenvers utilizzando le recenti nuove scale poste circa 20’ dopo quelle che, sul versante opposto, consentono l’accesso al bacino dell’Envers.
Dal rifugio l’accesso alla via è rapido e comodo, prima su tracce e sfasciumi e nell’ultimo tratto su quel che resta del ghiacciaio del Moine (piccozza e ramponi comunque necessari in caso di neve dura).
La via parte con un primo tiro interessante (variante dell’originale che consente di attaccare anche con livello del ghiaccio ribassato), per decollare decisamente con una seconda ed una terza lunghezze entrambe a 5 stelle. L4, L5 ed L6 pur restando piacevoli sono meno continui ed interessanti dei precedenti, mentre L7, agli atti 6a+ in placca, invita caldamente a non fare errori vista la chiodatura tendente all’expo. Dopo un L8 anch’esso ordinario la via dà un'altra impennata di qualità con il maestoso L9, praticamente 50 metri di fessura regolare di dita interamente da proteggere intervallati da un gradino per decontrarre a metà e da un finale su bellissimo muro rosso (6b+ non facile, utilissime le doppie misure di friend piccoli e medi ed i nut).
La decima lunghezza, dopo un inizio su spigolo tecnico, conduce più facilmente ad una cengia di lastre accatastate da cui, dopo uno spostamento di una 50ina di metri su rocce rotte ci sarebbe ancora un tiro in diedro (che noi non abbiamo fatto) per uscire sulla cresta sommitale.
Personalmente ho trovato la via sicuramente piacevole per qualità della scalata e bellezza dell’ambiente, ma forse, a differenza di qualche commento letto qua e là, non degna di essere annoverata fra le più belle del massiccio, principalmente a causa di qualche tiro mediocre e di una sensazione di “parete” non a livello di una Voyage o di una Sale Athée. In ogni caso, itinerario e luoghi assolutamente consigliati!

Panorama non male dal rifugio Couvercle

Chissà perchè lo hanno chiamato così





Il bellissimo L2, 40 metri di fessura con qualche santo spit prima della sosta

Il Cobra sul delicato L3

 L4
L4

Parte finale di L9

Con l'ultima doppia si arriva comodamente a metà del pendio finale



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