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mercoledì 14 dicembre 2016

Calcare Turco

Sono le 6 di mattina quando attraverso il ponte che divide l'Europa dall'Asia, il mondo occidentale dall'Anatolia; tutte le volte il panorama che mi circonda riesce sempre a emozionarmi; saranno le luci delle navi sul Bosforo che si confondono con quelle dei grattacieli, sarà che mi trovo nel cuore di una Megalopoli di quasi 20 milioni di persone, ma ogni mattina che parto presto per andare a scalare e attraverso questo ponte la mente scorre velocemente sulle guerre che affliggono la terra, sugli attentati e sulla solita lotta tra ricchi e poveri.
Quando sei sul ponte vedi due realtà che si fondono in una e ringrazi o maledici il buon dio per la sponda in cui ti ha buttato, poi una volta attraversato ritorni alla tua realtà e cerchi di lottare con i tuoi problemi per quanto futili o importanti essi siano rimangono sempre dei problemi e nel mio caso era il modo di guidare di sti pazzi turchi al volante che alle sei di mattina riescono a sorpassarti e tagliarti la strada da tutte le parti.
Una volta passata Istanbul la strada per Golpazari è perfettamente libera, in un ora e mezza si raggiunge la splendida falesia e il Dodo Camping gestito da Dogan e la sua compagna Esra.
Questa volta siamo in quattro: io, Aikut, Mustafa e Yavuz. Tutta la falesia per noi, circa 300 tiri dal 6a al 8b su una barra di bellissimo calcare grigio alto una quarantina di metri. E' dicembre ma il sole caldo e la mancanza d'aria permette di arrampicare in maglietta e tra i tiri ben spittati riusciamo anche a divertirci su qualche linea trad perchè Dogan dove vede una bella linea possibile con soli friends e nut non la chioda,:" qui non c'è la valle dell'Orco a due passi" e i camalot vanno usati per far pratica.





Io e Aikut







Mustafa e Yavuz

Sul trad




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