Mentre una volta
ero di casa da queste parti, oggi scalare in Costa Azzurra abitando in
Lussemburgo richiede un impegno logistico non indifferente e guidare più di 10
ore quando si hanno a disposizione soltanto i week end o poco più richiede una
motivazione non proprio ordinaria… conseguenza logica: da quando mi sono
trasferito non avevo più scalato da quelle parti.
Tuttavia l’inverno
lussemburghese, quest’anno particolarmente vero, mi ha messo la voglia di fare
uno dei soliti week end rilassanti che prevedono sveglia alle 2 di notte, corsa
a Francoforte per prendere un aereo e trasferito immediato nei 15 gradi perenni
della Costa Azzurra. Dall’aeroporto di Nizza al Big Ben de La Turbie la strada
è breve, così come breve è il tempo necessario allo svuotamento delle braccia
sulle vie strapiombanti della grotta. E così il sabato, con poche di ore di
luce, è già andato.
Siccome l’indomani
la meteo pare presentarsi ottima decidiamo di dirigerci verso Aiglun per un
altro giro sulla ormai celeberrima Paroi du Giet.
Con una temperatura semplicemente perfetta, dopo una colazione in pieno relax con Elvio e la Nella (incredibile, ci sono sempre ed ovunque!!!), abbiamo salito la relativamente nuova “Vertige de l’Amour”, che si colloca nella parte sinistra della parete, a destra di Goutte à Goutte. Ed anche questa, come praticamente tutte le altre vie della parete, è un gioiellino da non perdere. “Niente da buttare” come direbbero i francesi, dal primo all’ultimo tiro, per una scalata che scorre bene, sempre discretamente fisica, varia e con una chiodatura impeccabile (non ricordo alcun passaggio obbligatorio particolarmente difficile). Attenzione soltanto al penultimo tiro in cui verso la fine occorre traversare qualche metro a sinistra evitando di seguire gli spit che salgono dritti (che sono quelli di Cocotte Minute). Il tiro chiave, 7a/+, si risolve in pochi metri di blocco su tacche che con un pizzico di convinzione e stringendo un po’ con la mano destra, finiscono molto presto con un atterraggio su una bella zanca.
È già lunedì, per fortuna la mattina ci consente
ancora un paio di tiri al Peripherique Ouest, prima che un gigantesco temporale
inondi noi e la Tete de Chien. Poco grave, il volo da Nizza ci attende e dopo
qualche ora siamo già tornati nella fredda Lussemburgo.Con una temperatura semplicemente perfetta, dopo una colazione in pieno relax con Elvio e la Nella (incredibile, ci sono sempre ed ovunque!!!), abbiamo salito la relativamente nuova “Vertige de l’Amour”, che si colloca nella parte sinistra della parete, a destra di Goutte à Goutte. Ed anche questa, come praticamente tutte le altre vie della parete, è un gioiellino da non perdere. “Niente da buttare” come direbbero i francesi, dal primo all’ultimo tiro, per una scalata che scorre bene, sempre discretamente fisica, varia e con una chiodatura impeccabile (non ricordo alcun passaggio obbligatorio particolarmente difficile). Attenzione soltanto al penultimo tiro in cui verso la fine occorre traversare qualche metro a sinistra evitando di seguire gli spit che salgono dritti (che sono quelli di Cocotte Minute). Il tiro chiave, 7a/+, si risolve in pochi metri di blocco su tacche che con un pizzico di convinzione e stringendo un po’ con la mano destra, finiscono molto presto con un atterraggio su una bella zanca.
Su L3, il duro è già passato... |
Bellissimo L6, con un finale su concrezioni da antologia |
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